Torno con la rubrica dedicata ai libri di cucina e lo faccio con la recensione “Il pranzo di Natale. I piatti delle feste e la cucina degli avanzi” di Antonino Cannavacciuolo.
La cena della Vigilia, il pranzo di Natale e il cenone di San Silvestro sono senz’altro le occasioni per stare insieme più amate dallo chef Antonino Cannavacciuolo, e molto probabilmente forse sono anche le più attese da tutti gli italiani.
Il Natale di Antonino Cannavacciuolo è quello intimo trascorso con propri cari, nel pieno rispetto di una tradizione a lui molto cara, e chi lo conosce sa che non è certo una novità il suo attaccamento alla tradizione e ai ricordi d’infanzia.
Nell’incipit del libro, il Natale viene subito messo a confronto subito con la festa dirimpettaia del Capodanno, da trascorrere invece con gli amici con cui ci si sente a proprio agio; la festa in cui l’esagerazione è più probabile: in entrambi i casi, però, gli avanzi di cibo sono probabili se non certi, ecco perché lo chef tiene molto in considerazione i piatti di recupero.
“Sprecare il cibo, però, è una cosa brutta, e non c’è bisogno di spiegare il perché.”
Nella sua infanzia i preparativi iniziavano con settimane di anticipo e acquisti oculati di materie prime come il baccalà o stoccafisso sotto sale (alimenti di lunga conservazione), altrimenti il costo del cibo raddoppiava con l’avvicinarsi alla Vigilia.
“A pensarci bene, le feste di Natale sembravano una vera e propria gara con l’intero vicinato: tra chi cucinava meglio e piú abbondante”
Chissà quanti spaghetti alle vongole e quanta insalata di polpo avrà mangiato il piccolo Antonino! Ma il sud e il nord si differenziano nelle usanze anche in questo. Ricorda infatti lo chef:
“Mi piace scherzare con mia moglie Cinzia, piemontese, dicendole che un qualunque pranzo domenicale a Napoli corrisponde al loro pranzo di Natale!”
Avendo iniziato a lavorare molto presto, lo chef ricorda come sia il Natale sia il Capodanno da due occasioni di riposo sono divenute momenti di impegno straordinario, con la precisa volontà però di conservare la felicità d’infanzia e trasmetterla ai clienti con il proprio lavoro.
Quasi una voglia di sforzarsi di più in cucina per queste occasioni
“Era quasi una questione di onore: Natale e Capodanno sono troppo importanti per farseli rovinare da una pasta insapore o da uno zampone mal cotto, non intendevo macchiarmi di un simile peccato”
In anni più recenti, durante le vacanze di fine dicembre, lo chef ha provato a replicare con la sua famiglia e i suoi amici un po’ della magia che viveva quando era bambino, cucinando per loro con tutta la passione di cui è capace.
Oltre ai ricordi del maestro e alle rivisitazioni di 15 ricette tradizionali, il libro racchiude una serie di consigli di Antonino per le festività invernali con 5 suggerimenti originali per recuperare gli avanzi di cibo in maniera gustosa e creativa, evitando così gli sprechi.
Uscito nel dicembre 2019, edito da Einaudi, il libro è composto da 128 pagine.
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